Burnout non è troppo lavoro, ma mancanza di equilibrio

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Agenda piena ma cuore vuoto: quando il burnout nasce dalla disconnessione

Viviamo in un’epoca in cui essere “pieni” è diventato un vanto. Agende stracolme, giornate scandite al minuto, progetti sovrapposti, multitasking estremo. Ma se il vero problema non fosse il troppo da fare? Se il burnout derivasse invece dal troppo poco che ci nutre davvero?

Burnout non è solo esaurimento fisico: è disconnessione. È svegliarsi ogni giorno con il peso dell’insensatezza, con l’impressione che tutto ciò che fai abbia poco a che vedere con chi sei. Il vero cortocircuito nasce quando passiamo più tempo a soddisfare aspettative esterne che a nutrire i nostri bisogni più autentici.

Burnout ed equilibrio

LA MIA ESPERIENZA

Quando sono entrata in depressione era principalmente per colpa di una situazione lavorativa molto pesante: mobbing, bullismo, insoddisfazioni. Ma non era solo quello. Il fatto è che il lavoro era tutto quello che avevo. Erano gli anni del covid, dei lock down, dei teatri chiusi, dei concerti annullati… Prima ero in grado di sopportare meglio tutta quella pressione perché potevo compensare le 8 ore lavorative uscendo con gli amici, passeggiando, ballando tango, sgolandomi ai concerti, perdendomi in un quadro o in uno spettacolo teatrale. Bilanciavo il brutto che trovavo in ufficio con il bello delle mie passioni. Quando queste sono state sostituite dall’isolamento, dalla paura, dall’ansia, il lavoro ha preso il sopravvento. Da quell’esperienza ho capito che nella vita non puoi avere solo cose belle, ma quando le brutte aumentano è importante bilanciarle dedicando maggiore attenzione a ciò che ci fa stare bene, fosse anche con una piccola abitudine che ci restituisce energia.

Valentina Di Chiara professional organizer art director

Il mito tossico del work-life balance

Da anni ci viene proposta una visione binaria della vita: il lavoro da una parte, la vita vera dall’altra. Come se fossero due squadre in campo opposte. Ma davvero la soluzione è “bilanciare” due mondi separati?

No, perché la vita non è fatta a compartimenti stagni. La chiave non è dividere, ma integrare. Trovare un’armonia tra ciò che dobbiamo fare e ciò che ci fa battere il cuore, in ogni area: lavoro, famiglia, relazioni, salute, svago. È questa l’unica forma di equilibrio che funziona.

Quando la giornata è piena, ma il cuore è vuoto

Come professionista non sei stressato solo perché hai troppe riunioni o troppi impegni, sei stressato perché non riesci più a distinguere ciò che lo nutre da ciò che ti prosciuga.

Sei sopraffatto non dal volume, ma dalla mancanza di direzione:

  • dici sì a troppi progetti “interessanti” che però ti allontanano dai tuoi veri obiettivi
  • non riesci a delegare per paura di perdere il controllo (o opportunità)
  • ti perdi nei dettagli perché non hai chiaro il quadro d’insieme
  • senti di rincorrere tutto, ma di non scegliere niente

Il bisogno urgente di senso

La soluzione non è smettere di lavorare, cambiare vita o prenotare una vacanza (anche se a volte aiuta). La soluzione è ritrovare senso. E il senso non arriva per caso: va costruito con intenzione.

Fare spazio nella vita non serve solo per avere meno: serve per fare posto a ciò che conta. Serve per:

  • scegliere progetti allineati con i tuoi valori
  • dire no con consapevolezza e senza sensi di colpa
  • riscoprire la soddisfazione anche nelle attività quotidiane
  • creare momenti che ti riempiano il cuore, non solo l’agenda

L’equilibrio non è statico, richiede continua analisi e aggiustamenti

L’equilibrio non è un punto fermo, è un movimento costante. Significa imparare ad ascoltarsi, a regolare il tiro, a capire quando è il momento di accelerare e quando è il caso di mollare, quali sono le cose che ci fanno stare veramente bene, i progetti che ci danno soddisfazione, le persone dal cui confronto ne usciamo arricchiti, le piccole abitudini che ci danno energia.

Suggerimenti pratici per iniziare a ritrovare senso

Ecco alcune azioni semplici ma potenti per chi sente il peso del burnout:

  • Fai un audit delle tue attività: ogni giorno, per una settimana, annota cosa fai e valuta ogni attività su una scala da 1 a 5 per “senso” e “energia”.
  • Ritaglia 15 minuti al giorno per te: non per riprenderti e basta, ma per fare qualcosa che ti nutre davvero: leggere, camminare, scrivere, ascoltare musica.
  • Definisci i tuoi “progetti nutrienti”: quelli che ti entusiasmano, ti stimolano, ti fanno sentire te stesso e fanne spazio concreto ogni settimana.
  • Pratica la gratitudine selettiva: ogni giorno scegli una cosa che ti ha nutrito e scrivila, non per essere positivo a tutti i costi, ma per allenarti a riconoscere ciò che ha senso.
  • Impara a dire no con rispetto: non devi giustificarti, un semplice “in questo momento non posso prendermene cura come vorrei” basta e avanza.

Vuoi sapere come dire no in modo assertivo? Leggi Il valore del dire no

Non mollare tutto, riallinea ciò che conta

Non serve cambiare vita, serve cambiare approccio. Il burnout non si supera eliminando tutto, ma scegliendo meglio. Facendo spazio, con coraggio e strategia, a ciò che ci fa sentire vivi.

Tu non sei la tua agenda, sei ciò che scegli di coltivare. Il tuo tempo, la tua energia e il tuo cuore meritano di essere investiti in ciò che conta davvero.

Ti riconosci in questa situazione?

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Valentina Di Chiara professional organizer art director Equilibrio Creativo

Valentina Di Chiara 

Aiuto creativi sommersi da idee e scadenze a trasformare il caos quotidiano in equilibrio con abitudini sostenibili, priorità chiare e strategie su misura.

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Sono Professional Organizer, Art Director e Formatrice

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